"CON VOI ALLA GROTTA DI MASSABIELLE"

giovedì 12 giugno 2008


Carissimi,
dopo il primo saluto a tutta la comunità casalese, mi è davvero molto caro potermi rivolgere alla grande famiglia oftaliana in occasione dell’annuale pellegrinaggio diocesano a Lourdes che si svolge dal 16 al 22 giugno. Purtroppo, per quest’anno, non mi è possibile unirmi a voi e vi confesso che è per me un grande dispiacere… So che il pellegrinaggio è –come di consueto- numeroso: ammalati, personale, sacerdoti, giovani… So anche che un gruppo di pellegrini passerà, all’andata, da Nevers per rendere devoto omaggio alla piccola Bernadette. Casale ha avuto il privilegio, nel 1950, di avere un “miracolo”: la prodigiosa guarigione di Evasio Ganora; un dono, carissimi, è sempre anche un “compito”: quello della riconoscenza e del “rendimento di grazie”, certo, ma –particolarmente- il compito di “amare e servire”, perché questo è il quotidiano miracolo “permanente” che guarisce le ferite prodotte in noi dalla “durezza di cuore”. E’ il pellegrinaggio del 150° anniversario delle Apparizioni: ci si reca, dunque, a Lourdes per “ricordare” e per “celebrare” questo incomparabile dono: Ci si reca a Lourdes soprattutto per riscoprire ed approfondire il “messaggio” che Maria affida, per chiedere la capacità di viverlo, in qualsiasi età e situazione di vita ci troviamo. Sono sempre colpito da alcune espressioni di Bernadette: “se a Lourdes ci fosse stata una più ignorante di me, La Madonna avrebbe scelto lei”. E dunque è la piccolezza che “attira” Maria, dato che esattamente perché lei era “piccola” che è stata scelta a diventare Madre di Gesù!
Quando a Bernadette viene chiesto se avrebbe gradito poter tornare una volta a Lourdes, disse: “Lourdes non è più per me”; quale vera comprensione del fatto che si è sempre e solo “strumenti”, chiamati ad accogliere e a donare.
Vi confido che in queste espressioni vedo compendiata tutta la vita cristiana e dunque il senso vero dell’essere pellegrini e dell’essere oftaliani Ho imparato ad amare l’OFTAL accogliendo ad Oropa i pellegrinaggi degli ammalati; avevo l’abitudine di dire: “Oropa è davvero quel che deve essere, quando coloro che sono ritenuti “ultimi” sono accolti, stimati, amati, resi protagonisti". Perché, non c’è nulla di più importante nella vita che inginocchiarsi a fianco di chi è a terra, mettere le sue braccia attorno al nostro collo ed insieme con lui rialzarsi.
Buon pellegrinaggio, carissimi; portatemi con voi alla Grotta!
Con affetto,

+ Alceste Catella


Vescovo eletto di Casale Monferrato

.(La Vita Casalese, giovedì 12 giugno 2008) ed (Ecce Mater Tua - Oftalinforma, giugno 2008)

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