TRA FEDE E CAMMINO

mercoledì 24 settembre 2008

CASALE – La prima serata del Convegno pastorale diocesano, martedì sera, ha richiamato da tutte le Parrocchie della Diocesi gli operatori in gran numero, tanto che avendo completamente riempito la platea, una cinquantina ha trovato posto in Galleria.
Mons. Vescovo ha presentato il Convegno, che è incentrato sulla Parola di Dio e fa proprio il tema del prossimo Sinodo dei Vescovi che inizierà tra un mese. Accolto da un caloroso applauso, Mons. Luciano Pacomio, villanovese e della nostra Diocesi, Vescovo di Mondovì ha relazionato sul tema "La Parola di Dio, centro della Comunità - La Proposta della «Dei Verbum»". Era stato messo a disposizione un utile schema di una paginetta.
C’è un aspetto paradossale da esaminare: la Parola di Dio non è come per noi un suono, ma una manifestazione creativa. Dio si mostra come Creatore non nell’esecuzione della volontà, ma con la Parola. È in questo senso che San Giovanni inizia il suo Vangelo con l’espressione “In principio era la Parola (= il Verbo), e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio”.
Da questa partenza, l’interrogativo: “Abbiamo esperienza che Dio abbia parlato e ci parli?”
C’è chi è sempre in ricerca, ad ogni alba; e chi non ha più coraggio di cercare. Ma ogni generazione deve pagare, mettere in discussione e in crisi le certezze che ha ricevuto.
Da qui si è snodata la brillante relazione di mons. Luciano, attraverso la categoria del primato del Dono, che è tutt’altra cosa dell’avere materiale (il piacere che è cultura di morte, il dovere, il diritto. La conclusione è che non si può essere cristiano se non accettiamo il Dono. E la Parola dice e fa. La Parola non è l’intenzione, ma la Rivelazione, e la Rivelazione è Dono, e la Fede è aprirsi al Dono.
E se Dio c’è, ed è onnipotente e buono, allora si dona a me.
Da qui mons. Luciano ha percorso tutto il Primo e il Secondo Testamento per seguire l’esperienza degli uomini che hanno colto nella propria storia personale e nella storia di un popolo la Storia della Salvezza e nei profeti la comunicazione di Dio. Il riferimento è l’incipit della Dei Verbum, ripreso dalla Lettera agli Ebrei: «Molte volte e in diversi modi Dio ha parlato agli uomini attraverso i Profeti (...) ed ora attraverso il suo Figlio Gesù Cristo».
Sull’esperienza di Gesù e degli Apostoli noi ripercorriamo un cammino di fede che ci pone nella splendida icona trovata in un libretto africano, “La preghiera sulla stuoia”, che ci mostra un cristiano morente, sulla sua povera stuoia, e che dice: «Ai quattro lati della mia stuoia vedo Giovanni, Matteo, Luca e Marco: con i loro occhi vedo Gesù, e quando avrò chiuso i miei occhi, ti vedrò, Gesù».
L’amore alla S. Scrittura, conclude mons. Pacomio, ci chiede di accostarci personalmente, di accostarci in gruppo, di dare il primato al Dono per capire cosa il Signore mi dirà, cosa mi donerà, cosa mi chiederà.
Sono seguite alcuni approfondimenti, infine il nostro Vescovo ha concluso ringraziando il relatore per averci dato un metodo, di averci offerto un piano pastorale. La fede non è un sapere, sarebbe drammatico e impossibile, ma è un cammino: «Più ascolto, più amo, più conosco, più mi affido. Come per l’antico Israele risuona l’esortazione: “Ascolta, Israele, e ama il tuo Dio».

(p.b. © vitacasalese.it, mercoledì 24 settembre 2008)

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