giovedì 2 ottobre 2008
CASALE – Ottima partecipazione alla Tre Giorni del Convegno pastorale diocesano che iniziato martedì scorso è proseguito mercoledì e si è concluso giovedì scorso.
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Relazione di Don Perini: Parola ed Eucaristia
Mercoledì sera il prof. don Giovanni Perini ha tenuto la seconda relazione sulla Parola di Dio: “La Parola di Dio, dono e nutrimento della vita della Comunità cristiana”.
Ha esordito affermando che: “E’ compito centrale dei Pastori e di tutta l’attività pastorale aiutare i fedeli a capire la Bibbia. L’annuncio della Parola è il pilastro dell’evangelizzazione”.
Ha ricordato che al Concilio alla preparazione della “Dei Verbum” ci furono molte discussioni per trovare la formulazione più rispondente. E’ stato messo in risalto il rapporto tra Parola ed Eucaristia. Osserva il relatore che la Rivelazione è terminata, ma se Dio ha smesso di parlare, noi non abbiamo smesso di capire, e Dio conserva la Parola per noi. La Parola di Dio è Dono, e quindi ci precede sempre e comunque. La Bibbia è la regola suprema della fede, e il Magistero è sottomesso alla Parola. Dobbiamo sfuggire all’uso improprio di avvalorare le nostre idee con citazioni scritturistiche. Invece dobbiamo formare le nostre idee ascoltando la Parola di Dio. In questo modo il Dono mi provoca continuamente, richiede riconoscimento e riconoscenza. E’ un dono per sempre. E non è solo un dono per noi, ma un dono da trasmettere. La Chiesa nasce dalla Parola. Dalla parola di Gesù nasce la fede e il discepolato, perché la parola fa venire voglia di seguire chi l’ha pronunziata e ci seduce. Gli usi classici della Parola nella Chiesa si hanno nella centralità dell’azione liturgica e in modo speciale nel dinamismo che avviene nell’Eucaristia. Abbiamo così la con-vocazione, l’ascolto e l’offerta. La preghiera del canone è l’azione per eccellenza di Gesù Cristo, e la Comunione suggella e ci fa entrare nel suo dinamismo. Una ipotesi (probabilmente vera) è che la Scrittura segua l’azione liturgica. Abbiamo così tre passaggi: Dio si manifesta nella nostra vita (evento); l’uomo celebra, l’evento diventa racconto e produce l’azione liturgica. Infine c’è la formazione con il trasmettere (tradizione), catechesi e omelia. In conclusione, leggere la Bibbia vuol dire seguire i percorsi di altri per la nostra vita.
La Scrittura è la regola della fede. Corregge le modalità del nostro credere. La nostra è sempre una fede itinerante che si evolve (e dobbiamo stare attenti che non si involva). Ci sono difficoltà per alcune letture, perché Dio non si rifiuta mai di entrare in tutte le realtà, e noi dobbiamo contestualizzare la Parola per renderla efficace.
Rispondendo ad alcune domande il relatore ha approfondito l’interessantissima serata.
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Serata conclusiva: messaggio del Vescovo
Giovedì sera il Vescovo ha espresso la sua grande soddisfazione per tre serate splendide, con una partecipazione tanto numerosa che ha affollato anche la tribuna. Sto cercando di conoscere e di riconoscere –confida- e anticipa le linee del suo primo messaggio. “Non sarà proprio una lettera pastorale –continua- perché sono vescovo da poco e non so se definirmi un vescovo apprendista o un apprendista vescovo”. Gli obiettivi sono: maturare nella fede, celebrare con pietà viva. Il Piano pastorale è inteso come generato da una spiritualità che nasce dalle piccole cose, con una Chiesa umile. Avremo alcuni obiettivi condivisi da tutti, non cose difficili che lasciano tutto come prima e generano sfiducia e scoraggiamento. Sottolinea alcune cose esposte nell’omelia dell’ingresso: Dove accade la Chiesa? E’ un evento, un avvenimento significativo per l’uomo. Quindi qualcuno annuncia a qualcun altro che Cristo è risorto, e riceviamo l’annuncio dai testimoni. Gli ambiti che ci proponiamo sono quelli del Convegno di Verona (che noi esprimiamo nelle cinque aree pastorali - n.d.r.): la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza (appartenenza, radicamento). Siamo nell’anno paolino, -prosegue il Vescovo- e guardiamo a questo apostolo afferrato dalla Parola. La Parabola del Seminatore sarà l’icona biblica di quest’anno
Dio apre un dialogo, correndo il rischio di non essere ascoltato. Dovremo ascoltare, accogliere e vivere il primato del Dono. Vorremo avere il massimo impegno per curare la liturgia della Parola. Il ministero della lettura sia valorizzato con l’affidamento a persone adatte, e l’omelia sia curata. In ogni comunità vorremo attuare il rapporto tra Parola e carità, perché ascolto e celebrazione ci inducono a mettere in pratica l’amore. “Ascolta e amerai”.
Questo messaggio, che è in stampa -conclude il Vescovo- avrà la data del 16 settembre 2008, tredicesimo anniversario dell’ordinazione episcopale di mons. Germano Zaccheo.
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Le aree pastorali
Si sono quindi susseguiti i responsabili delle cinque aree pastorali, che hanno brevemente dato relazione di quanto si propongono in questo nuovo anno. Hanno parlato don Portalupi (Annuncio), mons. Mancinelli (Liturgia), mons. Gennaro (lavoro e tempo libero), don Modica (famiglia) e don Busto (carità). Hanno completato le relazioni di don Baudino (catechesi) e don Pivetta (giovani). E’ stata espressa da tutti piena soddisfazione per il Convegno.
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La fiaccolata a Crea
Sabato sera la conclusione del Convegno è stata con la fiaccolata da Forneglio al Santuario di Crea, con partenza alle ore 20. Tra i pellegrini, anche il Presidente della Provincia di Alessandria Paolo Filippi; giunti al Santuario è stata celebrata la S. Messa. Il piazzale era pieno, e così pure la chiesa, con il maxischermo. In tutto, oltre mille cinquecento persone, un po’ meno dello scorso anno, poiché lo spostamento di data ha portato all’autunno. Il Vescovo nella sentita e paterna omelia ha affidato alla Vergine Santa il nostro impegno per l’anno pastorale.
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(p.b. - © "La Vita Casalese, giovedì 2 ottobre 2008)
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