giovedì 18 giugno 2009
Carissimi diocesani,
mi rivolgo a tutti voi per farvi un cordiale invito: volete salire con me in pellegrinaggio al Santuario di Oropa? Vi è questa possibilità da vivere sabato 11 luglio. Qualcuno dirà: perché andare fino ad Oropa? Noi andiamo già a Crea! E questo è vero, carissimi; anch’io vado a Crea tutte le volte che ne ho la possibilità e faremo poi il nostro pellegrinaggio diocesano agli inizi di settembre. Eppure oso invitarvi ad Oropa! Voi capite che mi porta là un motivo di affetto e di devozione: vado ad Oropa da tutta una vita ed ho celebrato là la mia prima Messa il 26 giugno del 1966, là ho svolto per otto anni il servizio pastorale di Rettore, là ho celebrato la mia prima Messa da vostro Vescovo il 30 giugno del 2008. Ma non basterebbero questi motivi; resto convinto che una giornata di fraternità e di preghiera vissuta insieme anche fuori della nostra amata Diocesi possa essere un’esperienza bella ed utile. Vogliamo portare là la nostra Diocesi “in cammino”; vogliamo chiedere il dono di numerose vocazione, vogliamo porre nelle mani e nel cuore di Maria i problemi e le difficoltà del nostro territorio; ognuno poi ha le proprie particolari intenzioni: personali, familiari, parrocchiali. Come dicevo “siamo in cammino”: vogliamo scoprire che cosa il Signore chiede a ciascuno di noi –secondo i nostri diversi compiti- per servire meglio i fratelli e le sorelle tramite un’azione pastorale più missionaria e più incisiva ed il pellegrinaggio è “immagine” buona e vera del nostro cammino.
Pensate: nel Salterio c’è un gruppetto di Salmi (una quindicina, dal Salmo120 al 134) che hanno una tematica unitaria: sono i “cantici delle ascensioni”, cioè i cantici dei pellegrini; i salmi di pellegrinaggio. Questi Salmi sono originati da un’esperienza concreta: i pellegrinaggi degli Israeliti a Gerusalemme, al Tempio. A Gerusalemme “si sale”, ecco perché quei Salmi sono detti cantici delle ascensioni.
Naturalmente, se è vero che questi Salmi riflettono un’esperienza concreta: quella del “salire” a Gerusalemme, le “ascensioni” sono anche quelle di tipo interiore, spirituale; sono lo “staccarsi da ciò che è basso” (dal male) per “salire verso il bene”.
Ma il pellegrino sa che non basta “salire” materialmente a Gerusalemme; è la vita stessa che va intesa come pellegrinaggio. “A te levo i miei occhi a te che abiti nei cieli”.
Con queste riflessioni che affido a tutti voi vi saluto con affetto e sono certo che ci troveremo in tanti lassù ad Oropa sabato 11 luglio!
.
.
+ Alceste Catella, vescovo
1 commenti:
Posta un commento