giovedì 11 dicembre 2008
CASALE - Il primo Consiglio pastorale diocesano dopo l’arrivo in Diocesi di Mons. Catella, si e’ svolto all’insegna della grande cordialità, di cui il nostro Vescovo si mostra grande maestro, e della sincera volontà da parte di ciascun consigliere di portare il suo ponderato contributo. Il Consiglio – il primo di una serie di appuntamenti che scandiranno l’anno pastorale - era stato preparato da un incontro di Mons. Vescovo con la Segreteria del Consiglio medesimo, ove si era convenuto di porre il tema della “cittadinanza” e della “Parola” declinata come segno concreto di presenza dei cristiani nella società civile, al centro dell’attenzione nell’incontro plenario di sabato 6 dicembre. E così è stato. Subito, in apertura di seduta, Mons. Vescovo ha voluto sottolineare il ruolo e l’importanza del Consiglio pastorale diocesano, volutamente composto nella sua prevalenza da membri laici, come istanza per far giungere al Vescovo la voce del “territorio”, intendendo - con questo termine - non solo l’articolazione parrocchiale e vicariale in cui si esplicita la Chiesa diocesana, ma comprendendo in esso anche le realtà umane e sociali non strettamente correlate con la Diocesi stessa. Con questo territorio la Chiesa vuole e deve interagire: il tema della “cittadinanza” (uno dei cinque ambiti in cui si articolò l’importante Convegno di Verona della Chiesa Italiana) rappresenta perciò un tema dirimente, privilegiato. Come ha ricordato Mons. Vescovo, “la cittadinanza rappresenta un ambito estremamente importante nella vita di ogni cristiano; occorre formare i giovani in questo senso, colmando un vuoto non interamente riempito dall’impegno nel volontariato che è altra, pur importantissima, cosa”. Occorre, ha concluso nella sua premessa Mons. Catella , che i giovani imparino a “sporcarsi le mani” : cioè - avvicinandosi alla politica (e dunque realizzando pienamente ciò che la Chiesa intende per “ambito della cittadinanza”) - a sentirsi intrisi dell’umanità e degli insegnamenti che la dottrina sociale della Chiesa propone continuità e grande forza profetica. Dopo l’introduzione del Vescovo, si sono quindi succeduti gli interventi dei presenti, molto sentiti e numerosi. Nell’ordine hanno portato il loro contributo alla discussione il moderatore Carlo Baviera e poi Cesare Chiesa, Edda Gastaldi, Elena Sassone, Giuseppe Camagna, Bruno Nano, Felice Ferraris, Franco Zambrino, Francesco Scandiuzzi, Mirella Mercadante, don Antonio Gennaro, Angelo Bonzano, Gianni Ravera e Anna Maria Figazzolo. Tutti gli interventi sono stati pervasi da autentica passione civile e cristiana. Una passione che ha conosciuto nel corso della storia della Chiesa – ha voluto ricordare Mons. Vescovo nelle sue conclusioni – testimoni grandi ed altri sconosciuti: dallo stesso san Paolo (di cui mons. Catella ha voluto ricordare la Lettera a Filemone) a papa Paolo VI (che negli anni alla guida della FUCI, seppe far emergere parte così importante della futura classe dirigente italiana), fino ai tanti preti che dagli oratori delle loro parrocchie vollero indirizzare molti all’impegno sociale, sindacale, politico. Una fede matura che celebra l’Eucaristia non come forma intimistica di partecipazione al Mistero, ma con la consapevolezza che il Figlio di Dio è entrato pienamente a contatto con la realtà umana, con la sofferenza, con la morte, giungendo infine alla Resurrezione. Una fede matura che sa riconoscere la libertà e la responsabilità di ogni fedele cristiano, dove la Parola di Dio non può che essere origine e compimento di ogni azione. Con le sue parole – e la sua mirabile lezione catechetica – Mons. Vescovo ha consegnato ai membri del Consiglio Pastorale diocesano una traccia di riflessione assai profonda e stimolante. Essa, unitamente alle proposte ed alle ipotesi di lavoro emerse in questa sessione sul tema della “cittadinanza”, costituirà la base per dare concretezza ad alcune linee di azione che saranno argomento del prossimo incontro – previsto per sabato 24 gennaio.
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