Mons. Catella: "Don Ferrando, fede e amore per Cristo"

domenica 30 novembre 2008

CERRINA - Venerdì 28 novembre verso le ore 11 è spirato serenamente e santamente don Giuseppe Ernesto Ferrando, Parroco di Cerrina dal 20 maggio 1949. era canonico onorario della cattedrale. Era nato a Conzano il 19 maggio 1918 e nel 1952 aveva fondato il mensile zonale “La Grande Famiglia”, di cui è sempre stato direttore. Aveva avuto un ictus lo scorso 10 aprile, e dopo le prime cure in Ospedale era ospite della Casa di Riposo Pozzi Bollo di Cerrina.
Pur declinando le sue condizioni, fino a qualche tempo fa concelebrava la S. Messa e si interessava con il Viceparroco don Desiré della conduzione della parrocchia. L’aggravamento è stato nella notte di gioved' 27, e verso le 11 di venerdì 28 la sua forte fibra ha ceduto.
Una cotta, una stola, il vangelo aperto nella pagine del “buon Pastore” ed una rosa bianca hanno ricoperto la sua bara: attorno l’intera comunità di Cerrina, autorità civili e militari, associazioni di volontariato, chierichetti, suore domenicane e ragazzi dell’oratorio. Poche cose, l’essenziale, così come è stato lo stile che ha caratterizzato l’intera vita di don Giuseppe Ferrando. La cerimonia funebre, officiata nel pomeriggio di oggi, domenica 30 novembre (I Domenica di Avvento), dal vescovo della diocesi di Casale Alceste Catella, attorniato da numerosi sacerdoti, si è svolta nel rispetto di un rigoroso protocollo ma, al termine, non sono mancate le note di calore scaturite dall’intervento del sindaco Valentino Piva, del presidente della Casa di Riposo Opera Pia Domenica Pozzi Bollo Bruno Bongiovanni, del giovane responsabile dell’oratorio Daniele Ulla e del vicario foraneo don Franco Josi e, le attese dei presenti sono così state soddisfatte.
Don Ferrando è stato un sacerdote di grande impegno, bontà e dedizione. La sua lunga vita al servizio del Vangelo è esempio pur tutti quanti lo hanno conosciuto.
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Riportiamo di seguito l'omelia pronunciata durante le esequie da mons. Alceste Catella.
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FEDE ED AMORE PER CRISTO - L'omelia del Vescovo
In questo momento altri dovrebbero prendere la parola perché assai meglio di me sarebbero in grado di parlare e di tratteggiare la figura di don Giuseppe Ferrando. L’ho incontrato sul letto della sua malattia e della sua sofferenza ed ho avuto il dono della sua paterna benedizione.
Desidero esprimerla vicinanza e la gratitudine di tutta la Diocesi ai responsabili della Casa di riposo Pozzi Bollo, al personale e, specialmente, alle Suore Domenicane per l’amorevole assistenza prestata in questi sette mesi e mezzo di malattia. Partecipo al dolore della sorella Rita e dei nipoti per la perdita del loro caro. Un grazie vivissimo a don Desiré per il modo davvero filiale con cui è stato accanto a don Giuseppe.
Un grazie grande a tutta la comunità di Cerrina.
Tento di riassumere l’esistenza lunga e feconda di don Giuseppe in tre tratti che, mi pare, hanno costituito le costanti della sua pastoralità:
- comunicare a tutti la “buona notizia”, il Signore Gesù che salva e da senso alla vita; quest’ansia lo ha reso editore, scrittore, annunciatore efficace del Vangelo;
- incontrare, ascoltare, accogliere, lasciarsi incontrare, accompagnare i cammini dei fratelli e delle sorelle: ecco il perché del suo essere disponibile per tutti, tutti i giorni, tutto il giorno, per sessant’anni…; ecco il motivo del suo intenso e concreto operare;
- entrare in maniera amorevole ed efficace, provvida e lungimirante nei problemi veri e quotidiani del prossimo, delle famiglie, del territorio, per tracciare in modo positivo linee operative e soluzioni concrete.
Ma –ed è la parola del Vangelo a dircelo con estrema chiarezza- la sintesi dell’esistenza sacerdotale di don Ferrando sta nella sua fede e nel suo amore per Cristo.
Proprio questo lo ha reso pastore affidabile; pastore che dona senza riserve la sua vita -tutto: tutto quello che è e tutto quello che ha- per il gregge che gli è affidato.
Per questo lo ringraziamo e gli chiediamo di continuare ad aiutarci.
Ora, per lui, l’Avvento, l’attesa vigile ed operosa si è conclusa; ora ha incontrato, faccia a faccia, il Pastore grande a cui ha consegnato tutta la sua esistenza…
+ Alceste, Vescovo

Celebrazione vigilare per l'inizio dell'Avvento

sabato 29 novembre 2008

Nella serata di oggi, Mons. Alceste Catella ha presieduto in Cattedrale la Veglia di inizio Avvento.
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Vegliate e pregate perchè abbiate la forza

giovedì 27 novembre 2008

Carissimi diocesani,

desidero fare giungere a tutti voi, a tutte le comunità della nostra amata Diocesi, qualche pensiero sull’Avvento che inizieremo domenica 30 novembre.

L’Avvento ed il Natale costituiscono un tempo ricco di celebrazioni, ma molto breve: appena cominciato è già finito! Il suo significato rischia di non essere compreso adeguatamente. Le parole, i gesti, i riti e le tradizioni –molto numerosi e vari- suscitano certamente stati d’animo intensi a cui nessuno sa sottrarsi, ma toccano spesso solo la superficie. Qualcuno chiama in causa la secolarizzazione…

I testi della liturgia di Avvento sembrano ruotare attorno ad un annunzio: “la vostra liberazione è vicina”, da qui sgorgano due esortazioni: “levate il capo” e “vegliate e pregate perché abbiate la forza”. E anche nel tempo di Avvento –come ogni domenica- la comunità radunata per celebrare l’Eucaristia proclama: Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”.

L’esperienza dell’attesa presuppone una venuta, un arrivo: un “avvento”; tale è il senso umano e cristiano del tempo liturgico nel quale stiamo entrando.

Il desiderio della libertà, che è insito nell’uomo, troppe volte si traduce in un vano tentativo di ricerca egoistica che genera frustrazioni, delusioni, traumi deleteri… La libertà vissuta in modo assoluto ed assolutizzante uccide l’uomo e lo rende schiavo di se stesso.

Il cristiano ha, fra i tratti costitutivi della sua fisionomia, una capacità ed una tensione definibile come “attesa”. E’ la natura stessa della fede che esige la capacità di attesa, perché il cristiano sa bene che non possiede già pienamente e totalmente Colui in cui crede; il cristiano vive nell’attesa del completo e definitivo svelarsi e donarsi dell’Atteso. E l’attesa, se non vuole essere insensata, esige Qualcuno atteso, Qualcuno che finalmente viene, si fa incontrare… In questo senso l’attesa si trasforma in un andare incontro, in un tenersi pronti, vigilanti, desti. L’attesa viene vissuta come un movimento, un dinamismo, un’ansia gioiosa, in un esercizio della vera libertà…

Ma c’è davvero qualcosa o Qualcuno che vale la pena di attendere, di cercare? Qualcuno a cui meriti di andare incontro, verso cui tendere con tutta la mente e con tutto il cuore?

Carissimi, e se vivessimo il tempo di Avvento come occasione propizia per aiutarci a rispondere in maniera semplice e concreta a questi interrogativi? Se trasformassimo l’Avvento in un tempo in cui l’attesa diventa ascolto? Sì, ascolto di Dio e della sua Parola; ascolto dei fratelli e delle sorelle, perché è in ciascuno di loro che possiamo davvero incontrare, conoscere e riconoscere Lui che a Natale “nasce” dentro alla nostra quotidiana storia…

Buon cammino di Avvento! A tutti!

Alceste Catella, vescovo
(© "La Vita Casalese", giovedì 27 novembre 2008)

A un anno dalla scomparsa di Mons. Germano Zaccheo

giovedì 20 novembre 2008

Nella serata di oggi, ad un anno esatto dalla prematura scomparsa a Fatima di Mons. Germano Zaccheo Vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, è stata celebrata una S. Messa in Cattedrale presieduta dall'attuale Vescovo di Casale Monferrato Mons. Alceste Catella. Presenti numerosi sacerdoti e laici.
La celebrazione si è conclusa con la visita alla Cripta dei Vescovi.
Per ascoltare l'omelia tenuta da Mons. Alceste Catella durante la S. Messa in suffragio di Mons. Germano Zaccheo, clicca sul tasto play.
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SOLENNITA' DI SANT'EVASIO: L'omelia del Vescovo sulla testimonianza del Patrono.

giovedì 13 novembre 2008

CASALE - Mercoledì sera, alle 18 Mons. Vescovo ha celebrato in Cattedrale il solenne Pontificale per la solennità di Sant'Evasio con il Capitolo dei Canonici, i Vicari Foranei e tanti sacerdoti. La chiesa era gremita di fedeli, con le autorità ed il Gonfalone cittadino, l'Arciconfraternita di Sant'Evasio e varie rappresentanze. Precedentemente, alle 16,30 Mons. Vescovo si era incontrato in Vescovado con le Autorità cui aveva presentato l'attività della Diocesi. Dopo la S. Messa è stato inaugurato il quarto lotto della Sacrestia aperta: "Le oreficerie episcopali".

Pubblichiamo il testo dell'Omelia del Vescovo per Sant'Evasio.

Dt 15, 7-11
At 2, 42-47
Gv 12, 1-11

Carissimi,
per la prima volta ho la gioia grande di accogliervi e di salutarvi qui, nella nostra splendida cattedrale, per celebrare S. Evasio, Patrono della nostra Città e della nostra amata Diocesi. Benvenuti!
Un saluto ai carissimi Confratelli sacerdoti che ho cominciato a conoscere e ad apprezzare per la loro dedizione ed il loro zelo pastorale; un saluto particolare al Venerando Capitolo Cattedrale tornato nella pienezza di tutti i suoi componenti con la nomina a Canonico del reverendo e caro don Eugenio Portalupi, parroco del Duomo; un grato saluto alla benemerita Arciconfraternita di S. Evasio; un benvenuto ed un saluto deferente e cordiale a tutte le Autorità: la loro presenza rende evidente che l’odierna ricorrenza è momento in cui tutti riscopriamo e riconosciamo le comuni radici e la comune appartenenza che ci rendono membri memori ed impegnati ad edificare la casa
comune, la nostra comunità. (continua...)
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(© "La Vita Casalese", giovedì 13 novembre 2008)
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Omelia di Mons. Catella nella festa di Sant'Evasio

mercoledì 12 novembre 2008

Per ascoltare l'omelia tenuta da Mons. Alceste Catella durante il solenne Pontificale per la Festa di Sant'Evasio, patrono della Città di Casale Monferrato e della Diocesi di Casale Monferrato, clicca sul tasto play.
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S. Evasio in Duomo e tesoro degli argenti- Allarme sociale

da Il Monferrto on line
Cattedrale affollata oggi nel tardo pomeriggio per il Pontificiale di Sant'Evasio, il patrono della Diocesi, celebrato dal neo vescovo mons. Alceste Catella.
Il presule nell'omelia ha sottolineato l'emergenza sociale soprattutto per le famiglie e gli anziani: "Mi sia consentito segnalare in questa occasione che vede la città tutta radunata nella memoria del patrono, una emergenza che sta diventando ogni giorno sempre più acuta. parlo della situazione delle famiglie, delle persone anziane e sole la cui fatica si aggrava giorno dopo giorno. Il grado di sofferenza sociale dei nuclei con figli e con soggetti deboli sta tocando ormai livelli intollerabili...."
Allarme che aveva lanciato ancora più alto ("sollecito la Caritas a prendersi carico del problema") nel corso di un precedente incontro in vescovado con le autorità locali e provinciali.
Dopo l'incontro era stata inaugurata una nuova ala del tesoro del Duomo (illustrata da don Renato Dalla Costa) che raccoglie gli argenti. Presentato anche il volume"La sacrestia" a cura di Lorena Palmieri, quarto della serie sul Duomo
l.a.

Galletti di Sant'Evasio oggi c'è la benedizione

martedì 11 novembre 2008

Per i festeggiamenti di Sant'Evasio oggi alle 18 verrà insediato il nuovo canonico don Eugenio Portalupi che subentra al defunto monsignor Luigi Rossi. Prosegue intanto la Novena con la messa celebrata alle 17 nella Cappella di Sant'Evasio. Alle 18 il vescovo Alceste Catella presiederà i primi vespri solenni e saranno benedetti i tradizionali «galletti», che verranno distribuiti ai fedeli dall'Arciconfraternita.
Domani, festa patronale, le messe saranno celebrate alle 8 ed alle 9 nella cappella di Sant'Evasio e alle 10,30 all'altare maggiore. Durante tutta la giornata sarà possibile salire all'urna del santo. Alle 11 è in programma l'estrazione dei biglietti della lotteria nell'oratorio di via Magnocavallo. Alle 18 si terrà il solenne pontificale presieduto dal Vescovo, con i canonici del capitolo della Cattedrale, i parroci e il clero diocesano, alla presenza delle autorità cittadine.
Sabato alle 16 nel santuario di Pozzo Sant'Evasio una messa presieduta dal rettore don Claudio Cipriani, domenica alle 21 all'auditorium San Filippo la consegna dei Premi San Vas 2008.

(R.Sa. - © "La Stampa", martedì 11 novembre 2008)

Crea, non soltanto un luogo di culto ma polo di cultura

giovedì 6 novembre 2008

Crea non soltanto luogo di culto religioso, ma anche polo di cultura varia. È l’idea precisa del nuovo vescovo Alceste Catella, lui che di Sacri Monti si è fatto una bella esperienza come rettore per 8 anni a Oropa, incarico lasciato a settembre per assumere il ruolo di capo della Diocesi di Casale.
Del rilancio di Crea secondo questa nuova prospettiva ha parlato l’altra sera a Palazzo Treville, ospite del Lions, presieduto da Elena Caire.
D’altronde il luogo bene si presta a diventare centro di attrattiva e vitalità culturale in senso lato. Lo stesso rettore del santuario di Crea, monsignor Francesco Mancinelli, ha evidenziato che, salendo ai circa cinquecento metri del Sacro Monte, lo sguardo spazia sull’intera chiostra delle Alpi e, nelle giornate più limpide, si vede pure la guglia di S. Gaudenzio di Novara. «Ecco - ha detto ricorrendo alla metafora - Crea è un luogo di "larghe vedute", ovvero un crocevia di relazioni umane, uno spazio per il dialogo».
Monsignor Catella è intenzionato a promuovere questo luogo come polo culturale anche approfittando delle strutture di accoglienza esistenti e ammodernate, che consentono ospitalità fino a un centinaio di posti. Ci sono già contatti con un gruppo di Milano che ha una struttura per intercettare possibili fruitori; ad esempio, si è già manifestato un interessamento dalla Polonia.
Cultura a raggiera totale per richiamare a Crea, secondo l’auspicio di Catella, più «viaggiatori» che «turisti». La differenza? «I turisti sono quelli che vanno al Polo Nord e pretendono di mangiare la bistecca alla milanese; i viaggiatori, invece, sono animati dal desiderio di conoscere genti e luoghi che incontrano, e confrontarsi con le loro usanze, i loro cibi anche».
Il progetto è possibile. Monsignor Catella lo ha descritto con molto entusiasmo, ma anche con la competenza acquisita a Oropa, dove «lo spazio è più grande... , ecco, in un solo cortile di Oropa ci sta Crea..., ma il Sacro Monte di Crea è più bello, è un grande tesoro». Un ambiente straordinario (lo ha decretato anche l’Unesco) per accogliere eventi artistici, convegnistici e musicali. Comunque occasioni per riflettere e ragionare. Sulle condizioni idonee alla riflessione il vescovo ha qualche idea precisa. Nessun diktat, ma si è limitato a raccontare che, «a Oropa avevo fatto una campagna contro i telefonini e qualche risultato l’ho ottenuto». Può capitare che lo si dimentichi acceso e che quello si metta a trillare durante la messa: «c’è chi lo spegne, e chi, invece, si mette a parlare o esce fuori e, finita la telefonata, rientra e si precipita a mettersi in coda per la comunione». Al vescovo questo non piace. Peraltro, non è questione di religione o di cultura. È proprio la cifra della superficialità e della maleducazione.

(Silvana Mossano - © "La Stampa", giovedì 6 novembre 2008)

VICINO A CHI SOFFRE. Il Vescovo Alceste Catella e la tragedia amianto.

“Sono vicino con il cuore e la preghiera alle tante vittime di Casale e del Monferrato morte per l’amianto, e desidero che si sappia che la Chiesa casalese piange e soffre con chi ha perso tante persone care. Per questo alla fiaccolata di lunedì il Vicario Generale rappresenterà la Diocesi, e certamente ci saranno anche i sacerdoti che in quell’ora saranno liberi da funzioni religiose ed i laici impegnati nella pastorale del lavoro”. E’ il Vescovo di Casale, Mons. Alceste Catella, che ha espresso questi sentimenti lunedì pomeriggio alla riunione con i responsabili delle cinque aree pastorali della nostra Diocesi. La fibra killer ha provocato la morte forse di più di tremila persone nella nostra diocesi, che aveva stabilimenti a Casale e Cavagnolo. Mentre la Giustizia segue il suo corso, mentre le Associazioni e i Sindacati rivendicano i diritti, la Chiesa prega per le vittime, piange con i famigliari, si impegna perché sempre più si realizzino in ogni tipo di lavoro, in ogni parte del mondo, condizioni di sicurezza e di dignità, perché l’uomo è sempre più importante dell’economia. Il Vescovo ha poi concluso con la volontà di favorire una maggior presa di coscienza della Dottrina Sociale della Chiesa e della preparazione pre-politica di tutti i cristiani.

(p.b. - © "La Vita Casalese", giovedì 6 novembre 2008)

Mons. Catella ricorda il vescovo Carlo Cavalla

lunedì 3 novembre 2008

In occasione della vigilia della festa di San Carlo Borromeo, patrono della Parrocchia che insiste sul territorio del quartiere del Ronzone a Casale Monferrato, Mons. Alceste Catella ha ricordato la figura di Mons. Carlo Cavalla, vescovo della Diocesi di Casale Monferrato dal 1971 al 1995.

Per ascoltare l'omelia tenuta da Mons. Alceste Catella durante la messa clicca sul tasto play.

Per scaricare il file mp3 dell'omelia clicca qui

 
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