Il videomessaggio di Auguri di Mons. Catella per la Santa Pasqua 2014

giovedì 17 aprile 2014

Anche per la Pasqua 2014 Mons. Alceste Catella ha voluto far giungere i suoi Auguri, attraverso un videomessaggio nel quale coglie anche l'occasione per comunicare come «in un momento che è stato un poco difficile per la mia salute, il sapere di essere accompagnato dalla preghiera di tanti mi è stato di grande aiuto e di grande conforto». Per questo esprime il suo «sincero grazie».

La riflessione di Mons. Vescovo è incentrata sulla risposta di Dio al grido di Gesù morente sulla croce. Un grido che trova nel Padre ascolto e risposta nella Risurrezione. Un grido che, in fondo, è l'invocazione di tutti noi persone umane e che non rimane inascoltato. Un grido che ci impegna a non essere sordi, a non trascurare chi chiede attenzione e aiuto, considerazione e vicinanza.

L'invito a partecipare al Pellegrinaggio diocesano a Lourdes e Nevers

martedì 11 febbraio 2014

Carissimi,
nella tarda mattinata dell’11 febbraio 1858 (era una giornata fredda e nebbiosa) una fanciulla di quattordici anni Bernadette Soubirous, nella piccola città di Lourdes, insieme con la sorella e un’amica, uscivano di casa per cercare legna da raccogliere e vendere…, per ricavare qualche soldo e potersi sfamare… Bernadette apparteneva alla famiglia più povera di Lourdes… Era analfabeta… Di poca salute… Non era ancora stata ammessa alla prima Comunione… Insomma, per usare una triste espressione con cui oggi ci si rivolge talora nei confronti delle perone, Bernadette non “era proprio nessuno”!
Eppure in quella mattinata, per quella fanciulla, sarebbe iniziata – in maniera del tutto inattesa - un’avventura meravigliosa; un incontro, un colloquio, una scoperta, un cammino, una crescita, una maturazione umana e cristiana… Una “avventura” di cui possiamo essere partecipi anche noi, nel nostro tempo, nello spazio prezioso che è la nostra vita. E il pellegrinaggio a Lourdes è momento forte di questa avventura personale e comunitaria.
Dal 27 aprile al 2 maggio la nostra Diocesi sarà pellegrina a Lourdes! Con gioia faccio questo annunzio mentre invito caldamente a parteciparvi; assicuro che –con l’aiuto di Dio- sarò presente anch’io, pellegrino tra pellegrini… Ringrazio fin da ora l’OFTAL per l’impegno con cui sta organizzando il pellegrinaggio: è un dono grande che viene così fatto a tutta la comunità diocesana.
Il pellegrinaggio a Lourdes è pensato e realizzato soprattutto per voi carissimi ammalati ed anziani; spero proprio che vi sia possibile partecipare numerosi; noi –da parte nostra- ci impegniamo a metterci accanto a voi per condividere con voi l’esperienza dell’incontro con Maria, nostra buona Madre.
Un invito speciale lo rivolgo a voi carissimi giovani e ragazzi; venite a Lourdes; è un momento forte per crescere, per diventare davvero adulti, per approfondire il significato della fede cristiana vivendo un’esperienza di servizio umile e generoso. Non perdete l’occasione di scoprire e di vivere la medesima esperienza che visse Bernadette: l’avventura che la rese ragazza e donna davvero matura, cioè davvero capace di amare!
Alle famiglie che celebrano quest’anno un anniversario significativo di matrimonio, è rivolto un particolare invito: vivere a Lourdes questi anniversari in maniera speciale: là ringraziare, là chiedere una rinnovata grazia di fedeltà e di amore.
Sono convinto che siano tante le persone che sentono nel cuore il desiderio di donare un po’ di tempo e di energie per mettersi al servizio di chi ne ha bisogno: Lourdes è una splendida occasione per tradurre in pratica questo proposito; ecco perché rivolgo un fraterno invito a quanti coltivano questo progetto.
Anche i bambini sono destinatari del mio affettuoso invito a venire a Lourdes; voi bambini che fate l’esperienza della malattia; voi tutti bambini insieme con le vostre famiglie siete attesi a Lourdes: là c’è una Mamma che vi conosce e vi vuole bene ed è capace di consolare…
Anche per chi resta a casa vi è un invito: partecipate al “pellegrinaggio spirituale”: unitevi con la preghiera; sentitevi così in comunione con la nostra diocesi pellegrina alla grotta di Massabielle.
Con affetto
                       Alceste Catella, vescovo

Francesco Mombello ordinato diacono.
L'Omelia di Mons. Catella

sabato 4 gennaio 2014

Mons. Alceste Catella ha presieduto, nel pomeriggio, la Celebrazione Eucaristica nella Solennità della Dedicazione della Cattedrale nella quale si è anche fatto memoria di Mons. Carlo Cavalla - vescovo Emerito della Diocesi monferrina - nel quindicesimo anniversario della morte.

Alla presenza dell'Urna contenente le reliquie di San Giovanni Bosco, Mons. Catella ha ordinato diacono Francesco Mombello, della parrocchia di Villanova Monferrato, alunno del Seminario Interdiocesano.

Pubblichiamo il testo integrale dell'Omelia di Mons. Alceste Catella.


Carissimi,

sono diversi e tutti importanti i motivi che vedono qui radunata la Chiesa casalese. Facciamo oggi memoria della dedicazione della nostra splendida cattedrale: nel gennaio del 1107 (novecentosette anni or sono) il papa Pasquale II la consacrava, la offriva a Dio e la offriva al popolo di Dio quale spazio felice per l’incontro: l’incontro con Dio e l’incontro tra fratelli; quale luogo aperto verso la città, perché fosse casa di tuttiPercorrendo con lo sguardo dell’affetto la navata della cattedrale, vediamo venirci incontro la buona e cara immagine paterna del vescovo Carlo: da quindici anni egli continua, dal cielo, ad amare questa chiesa e ad intercedere per essa. E poi, carissimi, la presenza qui dell’urna di S. Giovanni Bosco; quale commozione avvertiamo mentre ripetiamo con devota gratitudine: don Bosco è qui!

Carissimo Francesco, vedi in quale contesto caro e solenne, celebriamo oggi la tua ordinazione diaconale che è momento gioioso per te ed è momento assai significativo per la nostra diocesi. Carissimo, accogli il mio commosso saluto che estendo ai tuoi genitori, ai tuoi familiari, ai tuoi parenti, ai tuoi amici; questa assemblea che ti circonda esprime la fede, la preghiera, l’affetto, la speranza di tutta la nostra diocesi. Un ringraziamento grande a quanti sono intervenuti nella tua formazione: i parroci don Mario Fornaro e don Giorgio Bertola ed i formatori del Seminario Interdiocesano di Betania di Valmadonna.

Dedicazione della Cattedrale: dedicazione di questa realtà concreta che è la nostra Cattedrale, il tempio di Dio, ma che significato ha il tempio di Dio? Per che cosa ci si trova in un tempio materiale? Credo che il primo motivo sia perché esso - proprio nella sua materialità - ci riporta alla concretezza della fede cristiana che è fede in un Dio fatto uomo, in un Dio che accetta di essere di un tempo e di un luogo per incontrare gli uomini che proprio di un tempo e di un luogo hanno bisogno per edificare la loro storia e poi per imparare che l’uomo è realtà che non si realizza in pienezza se non nella dimensione della relazione, del rapporto, dell’incontro Colui che qui vuole abitare, qui convoca tutti per renderci popolo, per liberarci dalla solitudine e dalla dispersione che disgrega…
E la parola di Gesù rivolta a Zaccheo che gli apre il cuore e la casa dischiude orizzonti nuovi: c’è bisogno di tempo e di spazio per incontrare ed incontrarci e questo tempo e questo spazio è il Signore Gesù; incontrare lui, incontrarci in lui è scoprire la pietra fondamentale che saldamente ci ancora e ci unisce.
Ancora: il luogo ove ci troviamo si chiama chiesa non per altro se non perché è l’immagine della comunità che in essa si raduna: è il popolo convocato la chiesa; il popolo convocato è a pieno titolo la chiesa ove il Risorto è presente e tramite il suo Spirito compartisce e dona i diversi carismi, le diverse vocazioni i diversi ministeri, perché tutta la costruzione possa crescere ben ordinata…

Ed uno di questi ministeri è proprio quello a cui oggi viene chiamato il nostro caro Francesco: il diaconato conferito, ricevuto ed esercitato, nella Chiesa e per la Chiesa, come vocazione cui rispondere con totalità e pienezza. Il “diacono” impersona in modalità perspicua la natura “diaconale” (ovvero di “servizio”) che è la vocazione più autentica di tutta la Chiesa e di ognuno nella Chiesa; dato che il Figlio di Dio fatto uomo - Gesù Cristo - altri non è che il “Santo Servo Gesù”, come lo ha compreso e “definito” la riflessione di fede e la prassi orante delle prime comunità cristiane.

Permetti, carissimo Francesco, che ora mi rivolga in particolare a te ed insieme a te ricordare chi è il diacono. Tu vieni oggi ordinato per essere di aiuto al vescovo e al presbiterio nel ministero della parola, dell’altare e della carità, mettendoti al servizio di tutti i fratelli.
Divenuto ministro dell’altare, annunzierai il vangelo, avrai il compito di esortare ed istruire i fedeli nella predicazione della Parola; amministrerai il Battesimo, assisterai e benedirai il Matrimonio, presiederai il rito delle Esequie.
Consacrato con l’imposizione delle mani ed unito più strettamente all’altare, eserciterai il ministero della carità.
Questi compiti, come ben puoi capire, o carissimo, esigono una dedizione totale, perché il popolo di Dio possa riconoscerti quale vero discepolo di Cristo che è venuto per servire, non per essere servito.
Proprio in questa prospettiva, hai liberamente scelto di consacrare il tuo celibato per farne segno e richiamo alla carità pastorale, sorgente di fecondità spirituale nel mondo. Vivi questo dono e questo impegno con gioia, sapendo che proprio aderendo al Signore con cuore indiviso, sarai pienamente libero di servire; di dedicarti senza alibi e senza riserve al servizio di Dio e dei fratelli.

Ascoltiamo ora, o carissimi, alcune parole di S. Giovanni Bosco. Parlando in occasione dell’inaugurazione del Patronato di S. Pietro in Nizza a Mare, così si esprimeva: “Quando ci presenteremo al tribunale del Giudice supremo per dar conto delle azioni della vita, la prima cosa che amorevolmente ci ricorderà non sono le case fabbricate, i risparmi fatti, le ricchezze procacciate; di ciò non farà parola, ma unicamente dirà: Venite benedetti dal Padre mio celeste, venite al possesso del regno che vi sta preparando. Io avevo fame e voi nella persona dei poveri mi avete dato pane; avevo sete e voi mi deste da bere; io ero nudo, voi mi avete vestito; ero in mezzo d’una strada, e voi mi avete dato ricovero…”.

Sì, carissimo Francesco, il “servizio” è il compito del diacono; nel “servizio” sta il senso più intimo e vero di ogni carisma, di ogni esistenza cristiana.

Il videomessaggio di Auguri di Mons. Catella per il Santo Natale 2013

lunedì 23 dicembre 2013

Anche quest'anno, Mons. Alceste Catella ha voluto registrare un videomessaggio di Auguri in occasione del Santo Natale nel quale, richiamando le parole di Papa Francesco, ha voluto parlare della tenerezza di Dio nei confronti degli uomini.

Il messaggio di auguri di Mons. Vescovo

giovedì 19 dicembre 2013

Carissimi diocesani,

in occasione della celebrazione del Santo Natale, desidero giungano a tutti voi l’augurio, la benedizione, l’attestazione della stima, dell’attenzione, dell’incoraggiamento del Vescovo per ciascuno e per ciascuna famiglia della nostra amata Diocesi. 
Il Signore sia con voi! 
Vi rivolgo il saluto più frequente della liturgia. Sono parole così semplici, eppure sono così belle!
E si può anche giustamente dire: il Signore è con noi! 
Il Signore, infatti, ci ha visitati, continuamente ci visita e rimane con noi per sempre. Lo Spirito di Dio abita nei nostri cuori dal giorno del Battesimo e ci rende “tempio vivo” del Signore: davvero il Signore è con noi!
Le Scritture sacre, che ascoltiamo nell’assemblea liturgica e meditiamo nel silenzio pensoso della nostra preghiera, sono la presenza amica della sua Parola: di quella Parola eterna che, un giorno, ha fatto il cielo e la terra, che è entrata in colloquio con noi per svelarci il segreto intimo della sua vita e per introdurci in una comunione d’amore e di gioia con lui.
Ma eccoci alla pienezza del tempo, al cuore stesso della storia degli uomini, eccoci a Natale: quella Parola – che è il “Verbo” eterno di Dio – entra nelle nostre vicende umane, le accoglie tutte in se stesso, assume i lineamenti del nostro volto: Dio si fa uomo! Dio diventa, nel cuore e nel grembo di Maria, “carne umana”.
Non finiscono qui le “sorprese” di Dio che si fa uomo. La sua è una carne che ha voluto sperimentare sino in fondo il dolore dell’uomo, di tutti gli uomini: è la carne lacerata e sanguinante sulla croce, è la carne crocifissa! Una carne, però, che non è rimasta prigioniera della morte, ma che è stata resa gloriosa e splendida da Dio che ha fatto risorgere Gesù, il Figlio prediletto del suo amore. Proprio questa carne, segnata dalla sofferenza e dalla gioia della Pasqua, ci viene data in cibo spirituale nell’Eucaristia.
Nella stalla di Betlemme Gesù si lasciò adorare, sotto le povere apparenze di un neonato, da Maria, da Giuseppe e dai pastori; nell’Ostia consacrata lo adoriamo sacramentalmente presente in corpo, sangue, anima e divinità, e a noi si offre come cibo di vita eterna. La santa Messa diviene allora il vero appuntamento d’amore con Colui che ha dato tutto se stesso per noi.
E così il momento più intenso della presenza del Signore con noi, ormai entrato per sempre nella storia dei nostri giorni, è l’Eucaristia con cui ci è dato di prendere parte a questo “mistero” dell’amore di Dio per noi: davvero il Signore è con noi!
E che il Signore è con noi vorrei venirlo a dire di casa in casa. Vorrei dirlo, con tutta la forza del mio cuore credente, anche nella vostra casa: nella “tua” casa! Vorrei sostare più a lungo là dove c’è un dolore che chiede conforto, una malattia che invoca guarigione, una divisione che aspetta la riconciliazione. Sì, vorrei proprio venire a gridare questa “bella notizia”, ad annunciare questo “vangelo”: il Signore è veramente presente nelle vostre case, nella vostra vita, nei vostri cuori! 
Con questo desiderio, con grande affetto e con gli auguri più belli vi benedico tutti.
+ Alceste Catella, vescovo

Ai piedi della Madonna di Crea per invocare il dono della pace e affidare a Maria l'Anno Pastorale

sabato 7 settembre 2013


Anche quest'anno si è tenuto il tradizionale appuntamento al Santuario di Crea per affidare alla materna intercessione della Beata Vergine Maria il cammino pastorale della comunità diocesana monferrina, chiamata quest'anno - in modo particolare - ad accompagnare adolescenti e giovani. L'occasione è stata propizia anche per ringraziare il Signore per il dono del Ministero Episcopale di Mons. Alceste Catella, da cinque anni (proprio oggi) pastore della Chiesa casalese.


La preghiera dei presenti si è alzata forte anche per invocare il dono della pace, come ha chiesto di fare in modo speciale in questa giornata, Papa Francesco.

Potete ascoltare l'omelia di Mons. Alceste Catella durante la S. Messa cliccando sul tasto play.


Per scaricare il file mp3 con l'omelia di Mons. Alceste Catella clicca qui.

«Gesù in persona si accostò e camminava con loro»
Nel Messaggio alla Diocesi Mons. Catella parla di pastorale giovanile

giovedì 5 settembre 2013


A conclusione del Convegno Pastorale Diocesano, Mons. Catella ha presentato - come di consueto - il suo Messaggio alla Diocesi quest'anno dedicato al tema dell'accompagnamento di adolescenti e giovani da parte della comunità cristiana.


Per questo, nel testo, Mons. Vescovo ha voluto richiamare anche i punti salienti della Nota Pastorale della CEI "Il laboratorio dei talenti" sul valore dell'oratorio oltre che proporre alcune riflessioni che possono essere alla base di un progetto di pastorale giovanile.

Potete ascoltare l'intero intervento di Mons. Alceste Catella cliccando sul tasto play.


Per scaricare il file mp3 con l'intervento di Mons. Alceste Catella cliccare qui.

 
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