giovedì 19 febbraio 2009
Carissimi diocesani,
con l’austera celebrazione del Mercoledì delle Ceneri (25 febbraio) entriamo nel tempo della Quaresima che è itinerario di preparazione a vivere il mistero centrale della fede cristiana: la Pasqua, vale a dire quegli eventi che sono la redenzione e la salvezza dell’uomo: la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù. Siamo chiamati a riscoprire Cristo ed il nostro Battesimo in un cammino di “conversione” cioè di “cambiamento di mentalità”. Nella tradizione cristiana, la Quaresima era caratterizzata dalla pratica del “digiuno”. Perché non riscoprire il senso genuino ed il valore umano e spirituale di un’esperienza che – intesa come sobrietà e rinuncia al superfluo – aiuta a costruire la solidarietà? Per questa strada appare possibile riscoprire il significato autentico e perenne di quest’antica pratica penitenziale, che può aiutarci a mortificare il nostro egoismo e ad aprire il cuore all'amore di Dio e del prossimo, primo e sommo comandamento della nuova Legge e compendio di tutto il Vangelo (cfr Mt 22,34-40).
Educarci ad educare
Vogliamo prendere coscienza della situazione in cui vivono tanti nostri fratelli. Nella sua Prima Lettera san Giovanni ammonisce: «Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio?» (3,17). La sobrietà e la rinuncia al superfluo – a cui educarci ed educare – aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china e va in soccorso del fratello sofferente (cfr Enc. Deus caritas est, 15). Scegliendo liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri, mostriamo concretamente che il prossimo in difficoltà non ci è estraneo. Proprio per mantenere vivo questo atteggiamento di accoglienza e di attenzione verso i fratelli, incoraggio le parrocchie ed ogni altra comunità ad intensificare in Quaresima questo stile di vita personale e comunitario, coltivando altresì l'ascolto della Parola di Dio, la preghiera e l’elemosina. Questo è stato, sin dall'inizio, lo stile della comunità cristiana, nella quale venivano fatte speciali collette (cfr 2 Cor 8-9; Rm 15, 25-27), e i fedeli erano invitati a dare ai poveri quanto, grazie al digiuno, era stato messo da parte (cfr Didascalia Ap., V, 20,18). Anche oggi tale pratica va riscoperta ed incoraggiata, soprattutto durante il tempo liturgico quaresimale.
Rinnovamento spirituale
La nostra amata diocesi è chiamata, dunque, a vivere una stagione di intenso rinnovamento spirituale, accompagnato e testimoniato anche da alcune novità pastorali. Tra queste, l’inizio della riflessione sulle “Unità Pastorali” è certamente significativo e chiama in causa tutti i credenti. La scelta di questo nuovo modello pastorale si fonda sulle riflessioni a riguardo dell’ecclesiologia, che a partire dal Concilio Vaticano II hanno evidenziato con sempre maggiore chiarezza le dimensioni della comunione, della ministerialità e della missione. E i fenomeni sociali nei quali siamo coinvolti (calo numerico dei preti, spopolamento di certi territori...) si propongono come «segni dei tempi» e quindi come chiamata del Dio della storia ad una rinnovata fedeltà a Lui ed agli uomini tra i quali ci manda. La progressiva maturazione, che interessa tutto il Popolo di Dio su queste dimensioni del nostro modo di essere cristiani oggi, fa ritenere che anche novità di non poco conto – quali appunto le “Unità Pastorali”- non siano viste e vissute come imposizioni dall’alto o come una semplice, per quanto massiccia, operazione di “ingegneria pastorale”. Esse, infatti, si collocano nella linea di quella «conversione pastorale» che i vescovi italiani così descrivono: «Ci sembra di fondamentale importanza premettere, ad ogni regola operativa, la necessità di operare un cambio di mentalità pastorale. Tale cambio apre al superamento di una pastorale individualistica o di ‘concordia passiva’, per costruire un pensiero e un’azione più sinodale, a servizio della comunione e della missione» (La Chiesa torinese verso il futuro, p. 14; cfr Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, nn. 32ss.).
“Sulla tua parola getteremo le reti”
Inoltriamoci in questa nuova fase della storia della Chiesa casalese con la speranza con cui il seminatore compie il suo gratuito, generoso gesto, con la fede con cui gli apostoli sono usciti nell’esclamazione: «Sulla tua parola getteremo le reti!» (cfr Lc 5,5), «con piena fiducia nella presenza tra noi di Cristo risorto e con il coraggio che ci è donato dall’azione decisiva dello Spirito Santo». (Card. Ruini, “Presentazione” di Comunicare il Vangelo…). Vi “consegno”, carissimi, un testo di preghiera: ci viene dall’antica tradizione della Chiesa ed ha già accompagnato la stagione sinodale, vissuta dalla nostra diocesi negli anni 1981-1984.
Desidero poi invitarvi a partecipare alla Veglia di preghiera che si svolgerà in Cattedrale alle ore 21 di sabato 28 febbraio. Vogliamo iniziare insieme il tempo della Quaresima; vogliamo ascoltare la Parola di Dio; vogliamo pregare perché la nostra Chiesa diocesana sappia entrare in un “cammino” di conversione che la renda sempre più capace di vivere con umiltà e fedeltà la sua missione
+ Alceste Catella, vescovo
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