«Riconciliazione dono di Dio che ci libera»
Settimana liturgica nazionale: l'esperienza della misericordia illumina il cammino dell'uomo nella

mercoledì 26 agosto 2009

da avvenire.it

VIVERE LA FEDE - Secondo giorno di lavori ieri nella città pugliese con le riflessioni offerte dai vescovi Catella, Ghidelli, Monterisi e Tamburrino

DAL NOSTRO INVIATO A BARLETTA, MIMMO MUOLO

Parte da Barletta, città diventa­ta famosa per una disfida che sembrava persa in partenza e invece si risolse in un trionfo, una nuova sfida alla cultura contempo­ranea. «Non deve mai venir meno il compito pastorale della Chiesa ri­spetto al peccato». E cioè «l'impegno a liberare la libertà dell'uomo; a ridire continuamente il Vangelo di Dio che è giudice della storia e padre; impe­gno a esprimere con maggiore evi­denza gli aspetti positivi e costrutti­vi delle esigenze morali annunciate da Gesù e accolte nella tradizione vi­va della Chiesa». Di fronte a un cli­ma sociale che ha portato a un affie­volirsi del senso del peccato, può sembrare anche questa una 'disfi­da' persa in partenza. In realtà, co­me fa notare il vescovo di Casale Monferrato, Alceste Catella, «solo se si riuscirà a riportare la riflessione sul sacramento della confessione verso una rinnovata e approfondita comprensione del dinamismo della fede sarà possibile riscattare la cele­brazione della penitenza dalla prati­ca insignificanza in cui spesso viene posta».
L'intervento del presule piemontese si è inserito ieri in una densa gior­nata - la seconda di questa 60ª Set­timana liturgica nazionale che ha co­me tema il sacramento della miseri­cordia - composta come un mosai­co da relazioni e celebrazioni. Il Pa­ladisfida, allestito come una grande cattedrale, ha fatto da sfondo ai lavori della mattinata e di parte del pome­riggio. Ma certamente il momento culminante è stata la Messa vesper­tina in una Cattedrale vera, quella di Trani, autentico gioiello del romani­co pugliese, dove a presiedere è giun­to dall'Aquila l'arcivescovo della martoriata città abruzzese, Giusep­pe Molinari. Così, in uno scenario architettonico e naturale che ha pochi eguali, sono tornate alla mente degli oltre mille partecipanti, le parole che in matti­nata, dal palco del palasport barlet­tano, aveva loro indirizzato l'arcive­scovo di Lanciano-Ortona, Carlo Ghidelli, presidente della Conferen­za episcopale abruzzese-molisana. «La riconciliazione, che è dono di Dio - ha fatto notare - ha diverse di­mensioni. Una delle quali è quella e- cologica e della salvaguardia del creato». Esiste, dunque, «una litur­gia cosmica che esige non solo ri­spetto per il creato ma anche pro­mozione e incentivazione».
Naturalmente, ha spiegato Ghidelli, «la prima dimensione della riconci­liazione è quella strettamente per­sonale: il suo dono, infatti, il Signo­re lo offre e lo depone nel cuore di ciascun credente, nella vita di ogni uomo e donna di buona volontà». Vi è poi una dimensione ecclesiale o comunitaria, per «ri-creare il popo­lo in ogni fase della storia». Quindi c'è la «dimensione universale, rivolta al­l'intera umanità, perché il progetto di Dio non interpella un solo popo­lo, ma tutti i popoli di tutti i tempi e di tutti i luoghi». In tutte le dimen­sioni l'azione riconciliatrice di Dio - ha sottolineato l'arcivescovo - si in­terseca con il ministero della ricon­ciliazione affidato ai discepoli. Il che «implica una misteriosa ma reale si­nergia tra il divino e l'umano che nel­la liturgia si rinnova e si comunica». Ecco, dunque, il beneficio della ri­conciliazione. Non solo in termini personali, ma anche sociali e cosmi­ci. «Il frutto della misericordia - ave­va fatto notare nella riflessione del­le Lodi, monsignor Francesco Mon­­terisi, neo arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma - è la vita in Cristo e nello Spirito: dopo la riconciliazione ci sentiamo di nuo­vo uniti a Cristo nella vita dello Spi­rito». Tale è del resto anche l'insegnamen­to che deriva dai padri e dal magi­stero della Chiesa, oggetto della re­lazione dell'arcivescovo di Foggia­Bovino, Francesco Pio Tamburrino. Da Origene a Cipriano, da Giovanni Crisostomo a san Basilio, tutti sono concordi nell'affermare che la ri­conciliazione è frutto dell'iniziativa di Dio e che il «vero medico dell'ani­ma è Cristo». Con queste 'armi', dunque, la sfida si può vincere.
Il senso del peccato in crisi nella cultura d'oggi, la celebrazione della penitenza, il ruolo pastorale della Chiesa, la dimensione personale ma anche sociale e cosmica della riconciliazione fra i temi affrontati ieri a Barletta dai relatori.

Potete leggere la sintesi della relazione di Mons. Alceste Catella cliccando qui.

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