giovedì 9 aprile 2009
“Questo incontro è stato per me un momento di grande impegno e nello stesso tempo di grande gioia e di ciò ringrazio tutti voi” : con queste parole Mons. Vescovo ha concluso sabato scorso la riunione del Consiglio Pastorale diocesano, che aveva all’ordine del giorno l’approfondimento su cosa significhi essere laico cristiano oggi, nella nostra diocesi. Una sessione del CPD davvero ricchissima di spunti, di interventi di spessore, di indicazioni preziose che potranno trovare fin dai prossimi mesi concreta applicazione nella vita della Chiesa diocesana; un incontro vissuto nella linea di continuità con i precedenti di dicembre e gennaio dedicati al tema della “cittadinanza”. La Segreteria del Consiglio Pastorale Diocesano, su indicazione del Vescovo, elaborerà quanto prima un resoconto dell’incontro di sabato scorso, che possa fungere da verbale ma anche da guida ed indice non solo degli argomenti trattati ma delle proposizione che dovranno trovare adeguata applicazione pratica nel futuro della Chiesa casalese. Da tutti gli interventi, circa una quindicina, è emersa chiara la necessità che il fedele laico – nelle parrocchie, così come nei livelli vicariali e diocesano - assuma un ruolo sempre più pregnante e di consapevolezza del suo essere, come cristiano, partecipe ugualmente della città di Dio e di quella dell’uomo. Ciò significa saper assumere precise responsabilità, uscire dalle sacrestie, immergersi nella realtà umana e sociale che ci circonda con una volontà “missionaria” e nel contempo di corresponsabilità ministeriale verso il popolo di Dio. Una condizione di corresponsabilità che significa non vi deve essere netta distinzione tra chi elabora e chi esegue, ma che occorre capire come tutti insieme –religiosi e laici- siamo chiamati a realizzare le opere del Signore. Al di là delle esigenze organizzative –che potranno determinare una riorganizzazione della struttura diocesana, anche attraverso la realizzazione delle Unità Pastorali– si ritiene utile per la Chiesa locale, come tutti hanno sottolineato, che i laici assumano un ruolo sempre più determinato ed incisivo in quegli ambiti non di stretta pertinenza sacerdotale, aiutati in ciò da una adeguata formazione cristiana, dove “educare” significa innanzi tutto “accompagnare”. Una comunità che voglia crescere insieme – sacerdoti e laici uniti nel Signore– deve saper maturare il dono di grazia dell’accoglienza e del fare insieme.
(c.c. - © "La Vita Casalese" di giovedì 9 aprile 2009)
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