giovedì 9 aprile 2009
Carissimi diocesani,
il cammino quaresimale ci è donato quale itinerario per giungere alla Pasqua. Il culmine della celebrazione pasquale è il “Triduo”, dal Giovedì santo alla Domenica di Risurrezione. Occorre notare che il “Triduo Pasquale” non significa tre giorni di preparazione alla Pasqua, ma equivale alla “Pasqua celebrata in tre giorni”, la Pasqua nella sua totalità, come “passaggio” dalla Passione e Morte e Sepoltura allo splendore della Risurrezione. Pasqua, dunque, come passaggio. Lo è stato per Cristo, lo è per la Chiesa, lo deve essere per ciascuno di noi! Ancora una volta, carissimi, ci è donata chiarezza di luce e di grazia, di speranza, di possibilità di cambiare la nostra storia di uomini che vivono nel recinto della morte; e questa possibilità e ricchezza ci è offerta dalla consapevole partecipazione alla liturgia pasquale che “fa memoria e rende presente” l’evento pasquale. Nessuno ha mai visto Dio: Cristo, il Figlio di Dio che è nel seno del Padre, ce lo ha “raccontato”, ce lo ha “rivelato”… Egli è la luce che risplende nella tenebra, ed ora possiamo davvero dire che è luce vittoriosa perfino sulla tenebra più fitta ed altrimenti impenetrabile: quella della morte. Noi ora parliamo con il Vivente. Egli è qui, ritornato dai morti. Ogni domenica, poi, è Pasqua; è quel “giorno” per l’uomo, quel “giorno” che tutta la creazione attendeva. Ora, ogni uomo può finalmente dire di conoscere davvero il suo destino. Dacché mondo è mondo, l’unica cosa “nuova” –davvero e radicalmente nuova- in cui sperare, di cui illuminarsi, è la Risurrezione del Signore. Risurrezione destinata ad essere non solo sua ma comunicabile ad ogni uomo. Da allora anche noi crediamo ed attendiamo la “risurrezione della carne, la vita eterna”. Dopo la Risurrezione tutto deve “risorgere”, tutto deve cambiare: giudizio, pensieri, propositi, prospettive; per un’economia di vita e non di morte. Uomini liberi e nuovi, appunto. Un’umanità nuova chiamata a vivere nell’amore. Uomini della Risurrezione! Cristiano, infatti, è solo colui che crede e vive della Risurrezione del Signore. Ora è il nostro “corpo di gloria” (la Chiesa, la comunità cristiana che incontra vitalmente il Risorto e si impegna a “risorgere”) che il mondo deve “toccare”, incontrare, sperimentare, perché riesca a credere nella Risurrezione. Sia a tutti di grandissimo conforto la preghiera di Gesù al Padre a favore dei suoi discepoli: “Voglio che tutti quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Giovanni, 17,24).
Lode a gloria a Te, Cristo.
morto e risorto per la nostra salvezza,
per la nostra risurrezione! Alleluia!
Buona Pasqua!
+ Alceste Catella, vescovo
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